Innanzitutto sembra necessario porsi una domanda: che cos’è la felicità?
Io credo che la felicità possa essere intesa in due modi:
- Felicità come umore, ossia come ti senti in un determinato momento. In questo caso ci si riferisce a un’emozione positiva che ha una durata limitata nel tempo.
- Felicità come sentimento generale. In questo caso si fa riferimento ad una valutazione della tua vita nella sua globalità.
Questo avviene perché noi essere umani abbiamo bisogno di continue stimolazioni e una volta che ci poniamo un obiettivo e lo raggiungiamo, dopo aver goduto dello stesso, abbiamo bisogno di individuarne un altro. Solo in questo modo abbiamo la sensazione di sentirci vivi e non cadere in quel piattume dove tutto è sempre uguale. Pensa ad una vacanza in estate… il bello della vacanza non è proprio fare un qualcosa di diverso da quello che fai il resto dell’anno? Il diverso non corrisponde proprio allo spezzare dalla solita routine e dall’ordinaria amministrazione?
Ecco, proprio questo spezzare da ciò che si ripete sempre, la novità, ti fa sentire felice.
È proprio per questo motivo che sono dell’opinione che la felicità abbia un tempo limitato e che sia più un’emozione positiva che uno stato globale di vita. Quello che è uno stato globale credo che possa essere chiamato Serenità.
La serenità è un sentimento, una condizione che, al contrario della felicità, si struttura sul lungo periodo ed ha a che fare con la soddisfazione di avere tutte le sfere della vita al posto giusto, dalla consapevolezza che le cose importanti stanno andando bene, dall’essere tranquillo circa te stesso e ciò che ti circonda.
Detto questo veniamo a parlare della felicità in termini più pratici.
Michael W. Fordyce (uno dei maggiori psicologi americani che si dedica allo studio della felicità) sostiene che la felicità dipende da tre fattori: fattori genetici (15%), apprendimento durante l’infanzia (35%), fattori ambientali e circostanze di vita (50%). Tra i tre fattori, quello sul quale puoi avere potere è proprio il terzo, ossia quello che ha influenza per una percentuale maggiore, in quanto permette di poter agire nella vita quotidiana con la pratica. All’interno di questo fattore si possono distinguere tre aree. Oggi ti parlerò della prima, ossia la Sfera del fare.
All’interno di quest'aerea puoi concentrare la tua energia su due aspetti principali.
Il primo riguarda l’essere più attivi e produttivi facendo attività che per te hanno un significato importante.
Ti dico questo perché le persone felici sono molto attive, si sentono protagonisti della loro vita. Al contrario, quelle infelici sono meno attive e quindi assumono il ruolo di spettatori della propria vita. Le persone felici dedicano più tempo in attività piacevoli, sociali, eccitanti e non di routine. L’impegno che mettono in quello che fanno genera in loro soddisfazione e felicità perché è orientato su attività ricche di significato.
Il secondo aspetto riguarda invece l’organizzazione.
Le persone felici rispetto ad un qualcosa sanno cosa fare, come farlo, quando farlo e perché farlo. In poche parole hanno delle capacità organizzative che permettono di raggiungere un obiettivo, una meta.
Come vedi per quanto riguarda la Sfera del fare, la felicità, sia che la consideri un’emozione positiva di durata limitata, sia un sentimento riferito ad uno stato globale di vita, non arriva da sola ma prevede impegno, dedizione e una consapevolezza di come ci si muove e si agisce nell’ambiente. Prevede un passaggio da un punto di vista passivo ad uno attivo dove ci si mette in gioco e ci si adopera per cambiare le cose che non vanno. Mi auguro che quanto detto possa farti riflettere e possa essere uno spunto per iniziare a muoverti…
Fammi sapere che ne pensi…
Un saluto
Dr. Matteo Mentuccia