Con il termine Catcalling si fa riferimento all’insieme di molestie che avvengono per strada come fischi, battute sessiste, allusioni sessuali, domande invadenti, insulti offensivi, suoni di clacson, inseguimenti a piedi o in macchina. Queste molestie sono state ribattezzate in inglese con il termine Catcalling per rievocare i versi emessi per attirare (call) l’attenzione dei gatti (cat).
In italiano questo termine potrebbe essere reso dal termine pappagallismo che rimanda al comportamento di chi importuna le donne per strada. Si tratta di una molestia a sfondo sessuale, perpetrata ai danni di donne e ragazze, da parte di passanti di sesso maschile di tutte le età.
Complimento o molestia?
In mancanza di segnali di disponibilità e del consenso dell’altra persona, ogni commento rivolto all’aspetto fisico, all’abbigliamento o all’atteggiamento della vittima, ogni fischio, ogni invasione del proprio spazio personale con avvicinamenti e pedinamenti sospetti, costituiscono delle vere e proprie molestie ai danni di donne sconosciute incrociate casualmente per strada.
Per conoscere e approcciare qualcuno, esistono contesti e momenti di socializzazione adeguati, soprattutto modalità rispettose dell’altro che implichino un chiaro consenso.
Nel Catcalling, invece, non c’è un contesto riconoscibile e manca il consenso da ambo le parti in quanto si tratta di un’attenzione indesiderata unilaterale da parte di uno sconosciuto verso una passante che in quel momento, non esiste in quanto persona ma come preda sessuale di sesso femminile.
Nella società italiana, il consenso mediante chiari segnali di disponibilità non è ritenuto un elemento importante e decisivo nell’interazione sociale e sessuale, per cui il rifiuto dello scambio stesso può generare rabbia e frustrazione da parte degli uomini. Inoltre, è comune anche tra le donne, romanticizzare la molestia definendo l’atto del Catcalling come un’attenzione lusinghiera di cui andare fiere; tutto ciò è molto pericoloso perché significa legittimarlo.
L’oggettivazione sessuale
Alla base del Catcalling c’è l’oggettivazione sessuale ossia il considerare le donne come corpi da usare e/o valutare, piuttosto che persone. La continua esposizione all’oggettivazione sessuale porta le donne a interiorizzare una visione oggettivata del proprio corpo anche detta auto-oggettivazione, con conseguente spiacevoli. Infatti l’auto-oggettivazione è associata a sentimenti di vergogna per il proprio corpo, a un monitoraggio costante del proprio aspetto esteriore e a disagio psicologico.
Le conseguenze psicosociali della molestia di strada
Diversi studi hanno documentato gli effetti psicologici del Catcalling: una cattiva immagine corporea, sintomi di ansia e depressione, un decremento nella percezione di sicurezza e un incremento del timore dello stupro.
Le molestie in strada da parte di estranei possono indurre anche delle importanti modificazioni comportamentali. Una delle conseguenze più frequenti del Catcalling è infatti l’evitamento: cambiare strada e percorso, non prendere più quel mezzo di trasporto, evitare posizioni geografiche particolari, non frequentare determinati luoghi, non uscire di sera e di notte.
Spesso le donne elaborano anche tecniche e strategie per evitare situazioni potenzialmente rischiose e sentirsi meno vulnerabili alla vittimizzazione come ad esempio indossare occhiali da sole, un cappuccio della giacca, vestirsi in modo semplice rendendosi meno attraenti o anche assumere posture particolari per sembrare cattive.
La maggior parte delle donne risponde alle molestie di strada con comportamenti non assertivi come evitare il contatto visivo, ignorare completamente l’autore se chiamate in causa, dare risposte non verbali (come lanciare occhiate piccate) e spostare la direzione del proprio corpo allontanandosi dal molestatore.
Un saluto.
Dr. Matteo Mentuccia
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