Il desiderio di sdraiarsi sul letto dopo una giornata in ufficio passata a lavorare al computer, potrebbe essere una risposta fisiologica a un lavoro mentalmente impegnativo, quantomeno secondo uno studio che collega la fatica mentale ai cambiamenti nel metabolismo cerebrale.
Pertanto, compiti difficili possono portare all’accumulo di una molecola di segnalazione nel cervello, provocando affaticamento!
Lo studio, pubblicato l’11 agosto su Current Biology, ha scoperto che i partecipanti che hanno trascorso più di sei ore a lavorare su un compito noioso e mentalmente faticoso avevano livelli più elevati di glutammato, un’importante molecola di segnalazione nel cervello. Troppo glutammato può interrompere la funzione cerebrale e un periodo di riposo potrebbe consentire al cervello di ripristinare la corretta regolazione della molecola, osservano gli autori. Alla fine della loro giornata lavorativa, questi partecipanti allo studio erano anche più propensi, di quelli che avevano svolto compiti più facili, a optare per ricompense finanziarie a breve termine e facilmente guadagnabili, di valore inferiore rispetto a ricompense più grandi che arrivano dopo un’attesa più lunga o comportano uno sforzo maggiore.
Lo studio è importante nel suo sforzo di collegare l’affaticamento cognitivo con il neurometabolismo, afferma la neuroscienziata comportamentale Carmen Sandi del Politecnico federale di Losanna. Ma saranno necessarie ulteriori ricerche, potenzialmente su animali, per stabilire un nesso causale tra sentimenti di esaurimento e cambiamenti metabolici nel cervello.
Anche altre precedenti ricerche, come quelle di Wiehler e il suo team, hanno indagato il fenomeno. Quest’ultimi hanno utilizzato una tecnica chiamata spettroscopia di risonanza magnetica per misurare i livelli di glutammato in una regione del cervello chiamata corteccia prefrontale laterale.
La corteccia prefrontale è la sede del controllo cognitivo, la parte del cervello che consente alle persone di sopprimere i propri impulsi.
I ricercatori hanno scoperto che i partecipanti che hanno lavorato al compito più difficile avevano accumulato più glutammato in questa regione del cervello entro la fine della giornata, rispetto a quelli che hanno lavorato al compito più facile. E, data la possibilità di scegliere tra un premio in denaro immediato e un premio più grande che sarebbe arrivato mesi dopo, erano più propensi a scegliere il premio più piccolo e a breve termine rispetto all’inizio della giornata.
Gli studi sull’affaticamento cognitivo potrebbero anche essere fondamentali per comprendere come i lavoratori reagiscono e si riprendono da un lavoro mentale ad alto rischio, come ad esempio il controllo del traffico aereo, ruolo in cui anche una breve perdita di concentrazione può costare vite umane!
Lo studio, pubblicato l’11 agosto su Current Biology, ha scoperto che i partecipanti che hanno trascorso più di sei ore a lavorare su un compito noioso e mentalmente faticoso avevano livelli più elevati di glutammato, un’importante molecola di segnalazione nel cervello. Troppo glutammato può interrompere la funzione cerebrale e un periodo di riposo potrebbe consentire al cervello di ripristinare la corretta regolazione della molecola, osservano gli autori. Alla fine della loro giornata lavorativa, questi partecipanti allo studio erano anche più propensi, di quelli che avevano svolto compiti più facili, a optare per ricompense finanziarie a breve termine e facilmente guadagnabili, di valore inferiore rispetto a ricompense più grandi che arrivano dopo un’attesa più lunga o comportano uno sforzo maggiore.
Lo studio è importante nel suo sforzo di collegare l’affaticamento cognitivo con il neurometabolismo, afferma la neuroscienziata comportamentale Carmen Sandi del Politecnico federale di Losanna. Ma saranno necessarie ulteriori ricerche, potenzialmente su animali, per stabilire un nesso causale tra sentimenti di esaurimento e cambiamenti metabolici nel cervello.
Anche altre precedenti ricerche, come quelle di Wiehler e il suo team, hanno indagato il fenomeno. Quest’ultimi hanno utilizzato una tecnica chiamata spettroscopia di risonanza magnetica per misurare i livelli di glutammato in una regione del cervello chiamata corteccia prefrontale laterale.
La corteccia prefrontale è la sede del controllo cognitivo, la parte del cervello che consente alle persone di sopprimere i propri impulsi.
I ricercatori hanno scoperto che i partecipanti che hanno lavorato al compito più difficile avevano accumulato più glutammato in questa regione del cervello entro la fine della giornata, rispetto a quelli che hanno lavorato al compito più facile. E, data la possibilità di scegliere tra un premio in denaro immediato e un premio più grande che sarebbe arrivato mesi dopo, erano più propensi a scegliere il premio più piccolo e a breve termine rispetto all’inizio della giornata.
Gli studi sull’affaticamento cognitivo potrebbero anche essere fondamentali per comprendere come i lavoratori reagiscono e si riprendono da un lavoro mentale ad alto rischio, come ad esempio il controllo del traffico aereo, ruolo in cui anche una breve perdita di concentrazione può costare vite umane!
Inoltre, queste ricerche potrebbero svelare i meccanismi molecolari che causano l’accumulo di questa molecola durante il difficile lavoro mentale e come ciò influenzi l’attività cerebrale, secondo Sandi questa sarà la parte più difficile.