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Oggi ti propongo un interessante articolo scritto dalla Dott.ssa Giulia Giribono che tratta dell'importanza della sessualità anche in età avanzata. L'articolo si concentra in particolar modo sulle ricerche effettuate tra gli anziani che dimostrano come anche una sessualità sporadica praticata in età senile, produca effetti benefici dal punto di vista fisiologico e psicologico oltre ad un tasso minore di mortalità prematura.







L’attività sessuale è una componente centrale delle relazioni intime, ma tende a essere meno praticata con l’avanzare dell’età. Uno studio inglese ha evidenziato come si assista a un decremento significativo dell’attività sessuale tra i 50-59 anni e gli 80 anni e oltre, sia negli uomini (dal 94.1% al 31.1%) che nelle donne (dal 53.7% al 14.2%; Lee et al.). La pratica frequente di rapporti sessuali, ovvero superiore alle due volte al mese, è risultata associata a diversi benefici per il benessere fisiologico e psicologico e una vita sessuale positiva (da intendersi come frequente per gli uomini e soddisfacente per le donne) è risultata associata a un tasso minore di mortalità prematura.

Nella popolazione anziana, nonostante la presenza di un calo rispetto alla frequenza, l’interesse per l’attività sessuale è ancora presente. Inoltre, i benefici dell’attività sessuale potrebbero risultare di particolare importanza per questa fascia della popolazione, in quanto più soggetta a complicazioni di salute fisica e mentale dovute all'avanzare dell’età che hanno un impatto negativo sul suo benessere.

In uno studio recentemente pubblicato su Sexual Medicine, Smith e colleghi (2019) hanno esaminato la possibile associazione tra attività sessuale e esperienza di benessere, intesa come benessere psicologico, felicità e ottimismo, in un ampio campione di anziani in Inghilterra. I dati dello studio sono stati estratti dall’English Longitudinal Study of Ageing (ELSA), uno studio longitudinale condotto su uomini e donne di età superiore ai 50 anni, volto alla comprensione del processo di invecchiamento. I partecipanti hanno compilato una serie di questionari tramite computer riguardanti tematiche differenti, tra cui lo SRA-Q (Sexual Relationships and Activities Questionnaire), utilizzato per la valutazione di molteplici aspetti della sessualità, tra cui frequenza dell’attività sessuale (rapporti sessuali, masturbazione, petting, baci e carezze), problematiche rispetto al funzionamento sessuale, preoccupazione e soddisfazione sessuale, e il CAPS-19 (Control, Autonomy, Self-Realization and Pleasure), utilizzato per valutare, tra le altre cose, l’esperienza di benessere. Infine, sono stati presi in esame fattori potenzialmente confondenti, quali la presenza di malattie croniche, lo stato di fumatore e la frequenza di assunzione di alcolici. Sono stati inclusi nello studio un totale di 3045 uomini e di 3834 donne con un’età compresa tra i 50 e gli 89 anni, la maggior parte dei quali risultava sposata o convivente (74% degli uomini e 60% delle donne).

Al termine dello studio è stato evidenziato che gli uomini e le donne che erano stati sessualmente attivi nel corso dell’ultimo anno riportavano un maggiore senso di benessere e di piacere per la vita rispetto a coloro che non lo erano stati. E’ stato inoltre messo in luce che, tra coloro che erano stati sessualmente attivi, una maggiore frequenza di petting, baci e carezze risultava associata a un maggiore benessere in entrambi i generi, mentre una maggiore frequenza nei rapporti sessuali risultava associata a maggiore benessere solo negli uomini. La sensazione di vicinanza emotiva al partner durante l’amplesso è risultata associata ad un maggiore piacere per la vita in entrambi i generi, mentre coloro che hanno riportato preoccupazioni o problemi rispetto al proprio funzionamento sessuale hanno riportato anche una minore esperienza di benessere. Infine, è stato messo in luce che gli uomini soddisfatti della propria vita sessuale hanno riportato una maggiore esperienza di benessere, ma tale associazione non ha trovato conferma per le donne.

I risultati emersi dallo studio di Smith e colleghi (2019) supportano l’ipotesi secondo cui un’attività sessuale positiva risulta associata a una maggiore esperienza di benessere. Tale associazione può essere spiegata da processi differenti: è stato infatti evidenziato che la pratica di attività sessuale risulta associata a un migliore stato di salute e, quindi, a un maggiore benessere. In secondo luogo, l’attività sessuale porta a un rilascio di endorfine, il quale porta a sua volta a un senso di euforia e beatitudine in seguito all'amplesso. Inoltre, coloro che hanno rapporti sessuali con il proprio partner sviluppano una maggiore vicinanza emotiva, fattore di per sé associato a un’esperienza di benessere. Infine, l’attività sessuale può essere vista anche come una forma di esercizio fisico, il quale ha notoriamente effetti benefici sul benessere fisico e psicologico.

Nonostante la presenza di un’associazione tra attività sessuale positiva e esperienza di benessere sia presente in entrambi i sessi, molti aspetti della sessualità sono risultati più fortemente associati a benessere negli uomini piuttosto che nelle donne. Questo può essere imputato alla presenza di differenze nell'ambito della sessualità tra uomini e donne: infatti se per i primi la frequenza dei rapporti sessuali ricopre maggiore importanza, per le seconde le componenti della sessualità legate a intimità e tenerezza risultano più determinanti per il senso di benessere percepito.

L’influenza negativa sul benessere esercitata dalla presenza di preoccupazioni o problemi rispetto al funzionamento sessuale in questa popolazione dovrebbe portare coloro che si occupano della salute fisica e mentale degli anziani a superare il preconcetto secondo il quale in questa fase della vita l’interesse per l’attività sessuale risulti assente. Incoraggiare una discussione sui benefici dell’attività sessuale anche durante l’invecchiamento può aiutare questa popolazione a superare norme preconcette e aspettative rispetto alla natura della sessualità in età avanzata, portandoli, tramite la sperimentazione di tipologie differenti di attività sessuale, a un maggiore senso di benessere.
 
 
 

Dr. Matteo Mentuccia

Dr. Matteo Mentuccia, psicologo, mental coach e psicoterapeuta

Sono un Mental Coach, Psicologo, Psicoterapeuta ad orientamento Dinamico Integrato, iscritto all'ordine degli psicologi del Lazio (n° iscrizione 20283), svolgo la libera professione a Colleferro e a Roma.

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