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Salve, oggi ti propongo un articolo che tratta di un reality televisivo molto seguito in queste settimane TEMPTATION ISLAND. L'articolo, tratto dal sito http://psiche.org e scritto dalla Dott.ssa Ilaria Cadorin, è interessante per riflettere sulla psicologia del reality e delle coppie coinvolte in esso.
Buona lettura!





Perché un articolo sul programma televisivo Temptation Island? Ne avrai sicuramente sentito parlare, o lo stai guardando, ed è uno fra i programmi più seguiti dell’estate (con un altissima percentuale di share) e di cui sento parlare moltissimo le teenagers!

A parte un interrogativo sulla veridicità delle storie, facciamo qui delle macro-considerazioni su alcune dinamiche psicologiche che emergono da questo tipo di esperienza.
Se non lo sai, Temptation Island è un reality show che mette sullo schermo le avventure di sei coppie che decidono di dividersi per tre settimane, per capire quanto il loro amore è forte, quanto è frutto di abitudine, quanto è vero e autentico, quanto è in grado di reggere agli uragani (anche ormonali) a cui si può andare incontro nella vita. Per 21 giorni, quindi, i partner stanno lontani fra loro, trascorrendo quel periodo in un villaggio, le donne in quello “delle fidanzate” e gli uomini in quello “dei fidanzati” dove, a far loro compagnia, ci sono 13 single “tentatori” e “tentatrici”, che alloggiano proprio poco distante da loro e con i/le quali i fidanzati/le fidanzate possono parlare in qualsiasi momento.

Le telecamere sono ovunque, inutile specificarlo, anche se qualcuno ha fin da subito provato a giocare a nascondino.
Già qui potremmo fermarci per fare una prima considerazione, anzi, sarebbe la seconda, perché la prima riguarda i motivi per cui alle persone – uomini e donne indistintamente, anche se la maggioranza degli ascolti probabilmente è sempre femminile, piace vedere questo genere di programmi.
Ma passiamo alla seconda considerazione, estremamente connessa al primo interrogativo: perché mettere la paglia vicino al fuoco? Perché voler vedere se il/la partner regge a 21 giorni di tentazione femminile/maschile? Una situazione simile, nella nostra realtà, non è facilmente replicabile, anche se lo diventa nel momento in cui i social e la comunicazione-immediata, consentono di tartassare ed essere tartassati da continui stimoli.

C’è un aspetto estremamente sado-masochistico in questa dinamica: sadico perché mettiamo l’altro nella condizione di cadere, masochistico perché quando l’altro scivola, non si fa male solo lui (che se lo “scivolare” significa palpeggiare o bere dello champagne con una donna seducente, oppure farsi scaldare da un aitante fusto, mentre ci si fissa romanticamente sugli occhi, non so quanto male l’altro possa stare), ma a star male è soprattutto chi sta dall’altra parte, chi, nel “falò”, viene a conoscenza attraverso i video di ciò che l’altro ha combinato.


I “FIDANZATI”: LA CACCIA
 
Nel momento stesso in cui i partner si sono divisi, le reazioni fra fidanzati e fidanzate sono state così lapalissiane da sembrare architettate. Mentre le donne si erano raggruppate a parlare ai single di sé e dei loro compagni, gli uomini sembravano dei bambini al parco giochi, metafora molto usata e apprezzata dalle “fidanzate”. Gli uomini, di fronte a quel magma indistinto di “femmine”, non c’hanno più visto: brindisi, champagne, sorrisi… e la tristezza della separazione era già stata superata. A parte quel momento iniziale, tendenzialmente durante tutto il corso delle puntate, i fidanzati con le single si sono mostrati dei cacciatori, nonostante il “grande amore” dichiarato alle compagne (come quello di Oronzo per Valentina, di cui tratterò nell'ultimo paragrafo). Balli avvinghiati, complimenti pre-adolescenziali (“chi ti ha attaccato quegli occhi”), sguardi languidi… L’ormone del “sesso”, il testosterone, è a mille. Eccezione: Francesco. Lui, l’uomo geloso che non fa altro che parlare della suo donna a chi gli sta intorno. Non è però sempre detto che la gelosia porti gli uomini a essere così fedeli, come Francesco. È il caso di altri fidanzati del villaggio, come Oronzo o Riccardo, che con le single tentatrici sono stati dei marpioni, nonostante la loro folle gelosia verso le compagne.


LE “FIDANZATE”: IL DIALOGO

Fin dai primi momenti di condivisione tra i fidanzati e le fidanzate, si nota la diversa vicinanza che i due gruppi manifestano tra di loro: le donne sono spesso sempre insieme e chiacchierano molto, si confidano tra di loro, si abbracciano, si accarezzano, cercano ascolto e conforto non solo tra di loro ma anche con i “single-tentatori”. Una donna ferita (lasciatemi passare le generalizzazioni), difficilmente cercherà un partner per un approccio fisico da “una notte e via”; cercherà piuttosto una persona capace di ascoltarla, di asciugare le sue lacrime e di accoglierla con tutte le sue ferite. Questa stessa caratteristica emerge anche negli uomini, ma solo in extremis, quando sentono che stanno per perdere la loro donna per cui le altre non sono più viste come prede da conquistare, ma come orecchie per ascoltare sfoghi, paure e preoccupazioni.


TUTTI SONO UN PO’ “PSICOLOGI”

Questa è la caratteristica di tutti i personaggi in questi reality, uomini e donne indistintamente: hanno tutti una “laurea” in psicologia e sono subito pronti a dispensare letture, interpretazioni e giudizi sugli altri, senza conoscerli. Stiamo parlando di riflessioni così povere e leggere che negli anni ’90, sul giornalino Cioè, si potevano trovare considerazioni più profonde. Quando i fidanzati e le fidanzate parlano con i/le single, ricevono da questi/e dei feedback che sono considerati un incredibile motivo di riflessione…. ma, domanda che mi sorge spontanea, c’hanno mai pensato seriamente a chi hanno accanto? Sembra di no.
Del resto, mettersi in vetrina con un programma del genere, non è di certo sinonimo di grande maturità ma più probabilmente di un grande progetto (televisivo e pubblicitario) di fondo.


DUE PESI, DUE MISURE

Un altro elemento che in più di una coppia è emerso nelle prime puntate, riguarda la diversità di reazione dei partner maschi e femmine di fronte ai comportamenti del compagno/della compagna. Gli uomini hanno l’idea di poter fare qualsiasi cosa e che quella qualsiasi cosa sia loro concessa, “perché tanto non è come credi”. Quando invece le donne fanno solo un decimo di quanto proposto dai loro fidanzati con le single-tentatrici, avviene l’apocalisse.
C’è una grande difficoltà a guardare a se stessi, a riflettere su di sé in maniera introspettiva, e al contempo una grande facilità a puntare il dito.
Non voglio dire che questo modo di pensare sia prettamente maschile, ma questo è quanto emerso almeno nelle prime due puntate del reality in questione. Come mai avviene questo? Non è raro che gli uomini intrattengano relazioni superficiali solo ed esclusivamente fisiche, che di investimento emotivo-affettivo hanno ben poco a che vedere. Dall'altro lato, le donne, proprio per un diverso modo di vivere le relazioni, generalmente prima attraversano la tappa dell’investimento emotivo-affettivo e poi arrivano a quella fisica-sessuale.
In altri termini: quando un uomo ha un’amante, non è raro che sia quella del “gioco erotico” che con la compagna/moglie non si riesce a fare mentre quando è la donna ad avere l’amante, c’è da preoccuparsi perché per diventare suo amante, significa che in lui quella donna ha investito già dei sentimenti.


IL TRADIMENTO: RECIDIVA O INSEGNAMENTO?

Io mi auguro davvero che la storia di Oronzo e Valentina sia stata inventata a tavolino perché, se non fosse così, ci sarebbe da mettersi le mani tra i capelli non solo (o non tanto) per la figura di Oronzo, ma anche e soprattutto per quella di Valentina.
Oronzo è un antico esemplare di maschio (l’Uomo è diverso), di quelli “di una volta”, per cui è bene avere una donna che stia in casa, brava, buona, fedelissima, che accetta e accoglie sempre a prescindere dal tipo di ferita che le si è inferta. E nel contempo, è l’uomo strafottente, arrogante, quello che si crede “il più figo”, il più desiderabile, il meglio che qualsiasi donna possa volere.
Personaggi come Oronzo sfortunatamente ce ne sono ancora in giro e il problema è che non andranno in estinzione, finché continueranno ad esserci “esemplari di Valentina”.

Valentina è la ragazza “di paese”, semplice, innamorata (come il primo giorno) dell’unico ragazzo avuto nella sua vita; è la donna che accetta tutto, che sta a casa a scaldare il piatto in attesa del compagno, che segue i suoi desideri, che si annulla completamente per lui, l’unico uomo che dà senso alla sua vita. Generalmente fragili, queste donne faticano ad assumere una posizione forte di autonomia e indipendenza dal partner e camminano con due enormi bende agli occhi, cieche di fronte ai comportamenti del partner che a tutto rimandano fuorché all'amore di un uomo per la sua donna (tradimenti, mancanza di attenzioni, di cure, di dedizione, di rispetto in generale).
Alla fine Oronzo promette di cambiare….e Valentina ci ricasca.

Ci speravo. Speravo che quell'”esemplare di Valentina” stesse per essere abbandonato in nome di una nuova Valentina, una donna capace di proteggersi, di tutelarsi, di scegliere per il suo bene, di reggere al dolore che comporta la rottura di un sogno d’amore, di una storia “per la vita”.
Sbagliando, si impara? Non lo so. Sbagliando si può imparare la lezione se ci si fa non solo una grande analisi di coscienza ma soprattutto se si va a lavorare a fondo, sul perché di quelle dinamiche che nel momento delle “scuse” sembrano essere lontanissime ma che in realtà sono solo nascoste dietro l’angolo, pronte a tornar fuori alla prima occasione.
Chi tradisce, molto facilmente reitera i tradimenti, a meno che non ci sia davvero un grande e profondo lavoro su di sé, cosa che in qualche giorno non può essere di certo avvenuta ad Oronzo. 


UOMINI VIOLENTI….QUANTO È NORMALE?

È incredibile come in sole due puntate, tantissime reazioni manifestate dai fidanzati siano violente. Ma davvero la rabbia e la frustrazione si devono esprimere sempre ed esclusivamente rompendo sedie, lanciando sgabelli, dando calci a porte ecc.? Sono questi uomini maturi, capaci di sfogare e canalizzare la rabbia in un modo più centrato? Certo, la rabbia è sempre rabbia, ma lasciamo agli adolescenti questo tipo di risposte aggressive! Un uomo che non sa gestire la sua rabbia, come saprà far fronte ai fisiologici momenti di crisi che la coppia può e avrà nel corso della sua storia?
I dubbi sui modelli di uomo, di donna, e di coppia, che questo programma restituisce, rimangono tanti e aperti, come altrettante sono le perplessità su quale finta-realtà viene trasmessa alle menti (assetate) delle persone e delle giovani che rischiano di prendere proprio a modello situazioni che tutto sono fuorché metafora della realtà e del modo in cui viverla… sanamente.
Per quanto riguarda Temptation Island, io con questo articolo “ho dato” e per salvaguardare la mia salute mentale non proseguirò a guardare le prossime puntate. In bocca al lupo!


Dr. Matteo Mentuccia

Dr. Matteo Mentuccia, psicologo, mental coach e psicoterapeuta

Sono un Mental Coach, Psicologo, Psicoterapeuta ad orientamento Dinamico Integrato, iscritto all'ordine degli psicologi del Lazio (n° iscrizione 20283), svolgo la libera professione a Colleferro e a Roma.

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